martedì, febbraio 06, 2007
recupero#001 - data di modifica 06 luglio 2005, 16:12
WORD
Seduto con le mani a meno di un centimetro dalla tastiera fisso lo schermo davanti a me. Con lo sguardo esploro le parti del monitor che alloggiano gli strumenti del software di scrittura più famoso del mondo. Una matita a quarantacinque gradi, giallo arancio, lunga non più di quattro millimetri rimane sospesa su di una griglia azzurra da una parte e sopra delle figure geometriche da un’altra, due frecce simmetriche, una pennellessa tridimensionale con l’estremità delle setole sporche di colore fresco, tre lenti di ingrandimento azzurre col manico grigio, una su di un foglio di carta tutto scritto con l’angolo in alto a destra piegato, un’altra su di un mappamondo con le terre emerse verde brillante e un’altra ancora su di un libro aperto perfettamente a metà. 186%, ?, B,I,U, ABC, ancora frecce, stavolta più piccole, linee orizzontali allineate a destra al centro e a sinistra, una bandiera rossa mossa dal vento verso destra forma una perfetta piega al centro. Delle forbici aperte sdraiate puntano minacciosamente verso l’alto, a fianco ancora fogli di carta scritti fitti fitti, probabilmente degli appunti, griglie verdi e griglie blu, alcuni rettangoli colorati molto piccoli seduti sotto delle lettere. Non so cosa sto facendo.
Stavo camminando con un maglioncino sintetico fatto di strass colore dell’oro per una via quasi deserta nella zona industriale, cercavo la discoteca che ospitava la festa di carnevale, i professori non erano d’accordo col farci fare quella festa. QWERTY.
Eravamo soli, io e Cristina, a ballare in mezzo alla pista la musica del peggior Michael Jackson. Non dissi niente a casa né la mattina né la sera. Nascosi il maglioncino nello zaino, indossando ancora quello con il collo a v e la camicia a righe verticali bianche e rosse un po stropicciata per via che era rimasta più di cinque ore in fondo sotto i libri. Mentre ballavo tenevo d’occhio lo zaino più per i vestiti che per il resto. Che paranoia pensavo.
Non c’è acqua in frigo. C’è del ghiaccio. Sul tavolo con la plastica gialla ci sono delle paste del discount con il packaging trasparente e poco rigido che fa un rumore poco convincente quando lo si accartoccia. Ad una delle quattro paste hanno staccato uno spigolo con un morso.
SMS
Anche se lo ritieni poco credibile io ti penso sempre.(sostituisco sempre con spesso)
Anche se lo ritieni poco credibile io ti penso spesso.
Messaggio salvato in bozze.
Mi masturbo con un dvx 120x160 con le mani ancora unte di peperoncino. Ho mangiato delle trenette aglio olio e peperoncino. Ho aggiunto una manciata di pomodori ciliegini del discount che ha comprato alessio e una spolverata di formaggio fresco che ha portato andrea. Ci volevano proprio un paio di acciughe. Nel video c’è una tipa che mentre fa un pompino ad uno in piedi se lo fa buttare da due contemporaneamente. Uno le sta sotto e uno le sta dietro. Quando quello che le sta dietro spinge con forza la curva degli occhi le si piega improvvisamente verso il basso, lei grida, guarda il tipo dietro poi guarda un attimo in camera pietosa. Il tipo davanti mi pare che sia imbarazzato, forse la situazione lo imbarazza, forse guarda in camera anche se l’inquadratura gli taglia via la testa. Per me nella finzione sta comparendo della realtà. Questo mi fa finalmente eccitare. Come i filmati che si dicono amatoriali. Il tipo davanti sta in piedi con la gamba destra leggermente piegata e il busto a favore di camera per non coprire il centro d’interesse della scena. La prende per i capelli senza troppa convinzione e le ficca in bocca il cazzo un paio di volte. Il tutto viene registrato in campo medio e camera fissa. Lei scosta la testa e guarda di nuovo il tipo di dietro. Stacco sul tipo che le eiacula sull’ano divaricato mentre un’altra tipa a bocca aperta fa dei versi aspettando la fine. Anche questo tipo non lo si vede mai. La maggior parte di questi filmati non inquadrano mai il volto degli uomini, ma solo i cazzi. Non capisco se questo film possa mai piacere ad una donna. L’effetto del peperoncino mi risveglia da queste osservazioni. Non so cosa sto dicendo.
Sono ingrassato ancora, le tette fanno un risvolto di cinque sei centimetri e la pancia vista di lato anche. Sembra che qualcuno mi abbia appiccicato dei chili di pasta per il pane poco lievitata un po ovunque.
Seduto con le mani a meno di un centimetro dalla tastiera fisso lo schermo davanti a me. Con lo sguardo esploro le parti del monitor che alloggiano gli strumenti del software di scrittura più famoso del mondo. Una matita a quarantacinque gradi, giallo arancio, lunga non più di quattro millimetri rimane sospesa su di una griglia azzurra da una parte e sopra delle figure geometriche da un’altra, due frecce simmetriche, una pennellessa tridimensionale con l’estremità delle setole sporche di colore fresco, tre lenti di ingrandimento azzurre col manico grigio, una su di un foglio di carta tutto scritto con l’angolo in alto a destra piegato, un’altra su di un mappamondo con le terre emerse verde brillante e un’altra ancora su di un libro aperto perfettamente a metà. 186%, ?, B,I,U, ABC, ancora frecce, stavolta più piccole, linee orizzontali allineate a destra al centro e a sinistra, una bandiera rossa mossa dal vento verso destra forma una perfetta piega al centro. Delle forbici aperte sdraiate puntano minacciosamente verso l’alto, a fianco ancora fogli di carta scritti fitti fitti, probabilmente degli appunti, griglie verdi e griglie blu, alcuni rettangoli colorati molto piccoli seduti sotto delle lettere. Non so cosa sto facendo.
Stavo camminando con un maglioncino sintetico fatto di strass colore dell’oro per una via quasi deserta nella zona industriale, cercavo la discoteca che ospitava la festa di carnevale, i professori non erano d’accordo col farci fare quella festa. QWERTY.
Eravamo soli, io e Cristina, a ballare in mezzo alla pista la musica del peggior Michael Jackson. Non dissi niente a casa né la mattina né la sera. Nascosi il maglioncino nello zaino, indossando ancora quello con il collo a v e la camicia a righe verticali bianche e rosse un po stropicciata per via che era rimasta più di cinque ore in fondo sotto i libri. Mentre ballavo tenevo d’occhio lo zaino più per i vestiti che per il resto. Che paranoia pensavo.
Non c’è acqua in frigo. C’è del ghiaccio. Sul tavolo con la plastica gialla ci sono delle paste del discount con il packaging trasparente e poco rigido che fa un rumore poco convincente quando lo si accartoccia. Ad una delle quattro paste hanno staccato uno spigolo con un morso.
SMS
Anche se lo ritieni poco credibile io ti penso sempre.(sostituisco sempre con spesso)
Anche se lo ritieni poco credibile io ti penso spesso.
Messaggio salvato in bozze.
Mi masturbo con un dvx 120x160 con le mani ancora unte di peperoncino. Ho mangiato delle trenette aglio olio e peperoncino. Ho aggiunto una manciata di pomodori ciliegini del discount che ha comprato alessio e una spolverata di formaggio fresco che ha portato andrea. Ci volevano proprio un paio di acciughe. Nel video c’è una tipa che mentre fa un pompino ad uno in piedi se lo fa buttare da due contemporaneamente. Uno le sta sotto e uno le sta dietro. Quando quello che le sta dietro spinge con forza la curva degli occhi le si piega improvvisamente verso il basso, lei grida, guarda il tipo dietro poi guarda un attimo in camera pietosa. Il tipo davanti mi pare che sia imbarazzato, forse la situazione lo imbarazza, forse guarda in camera anche se l’inquadratura gli taglia via la testa. Per me nella finzione sta comparendo della realtà. Questo mi fa finalmente eccitare. Come i filmati che si dicono amatoriali. Il tipo davanti sta in piedi con la gamba destra leggermente piegata e il busto a favore di camera per non coprire il centro d’interesse della scena. La prende per i capelli senza troppa convinzione e le ficca in bocca il cazzo un paio di volte. Il tutto viene registrato in campo medio e camera fissa. Lei scosta la testa e guarda di nuovo il tipo di dietro. Stacco sul tipo che le eiacula sull’ano divaricato mentre un’altra tipa a bocca aperta fa dei versi aspettando la fine. Anche questo tipo non lo si vede mai. La maggior parte di questi filmati non inquadrano mai il volto degli uomini, ma solo i cazzi. Non capisco se questo film possa mai piacere ad una donna. L’effetto del peperoncino mi risveglia da queste osservazioni. Non so cosa sto dicendo.
Sono ingrassato ancora, le tette fanno un risvolto di cinque sei centimetri e la pancia vista di lato anche. Sembra che qualcuno mi abbia appiccicato dei chili di pasta per il pane poco lievitata un po ovunque.