giovedì, dicembre 28, 2006

fraterno

Ho finito di leggere Franzen durante la seconda di mi chiedevo chissà quante scariche di diarrea avute il giorno degli innocentini.
Il 27 dicembre viene commemorata la strage degli ebrei maschi in galilea ordita da Erode all'incirca duemila anni fà!
Da me si mangiano ravioli di carne e ricotta, rigorosamente fatti in casa, per stare leggeri durante le feste.
Non capita spesso di sentire qualcuno che nemmeno si è mai visto in foto così sinceramente fraterno. Non capita spesso, no. Franzen è fraterno. Capisco che la letteratura si stia spostando verso architetture auto-bio.grafiche/quotidiane, grazie alla struttura blog. Dico questo con il presentimento che utilizzerò questa affermazione in un collegio di amici, magari affinata da o con qualche citazione, nemmeno tropo dotta; sicuramente sufficentemente ricercata. Penso che di qualcosa del genere ne ho già parlato e che riuscivo persino ad utilizzarlo come sottolineatura di una mia teoria sugli scrittori tutti: passati presenti futuri. Mi chiedo allora io: quante parole utilizzi/sei in grado di utilizzare/potresti mai sperare di utilizzare, adesso-in questo periodo della tua esistenza? Il primo pensiero è quello di prendere un dizionario e cominciare dalla A, e contare tutti i lemmi che non conosco e rapportarli a quelli che conosco. Ho paura di scoprire un rapporto svantaggioso si ma in modo imbarazzante magari, senza pensare poi al computo di termini che si, ne sò il vago significato ma quando mai li ho usati?
Paura di sentirmi borghese paura di sentirmi borghese, perchè se lo fossi ma non mi sentissi tale non sarebbe un problema e non ne avrei neanche paura. Penso che aprirò a caso una pagina del dizionario, e citerò un termine che mi piace.

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